[Talk-it-lazio] [Bibliotecari] Open Culture Atlas: che strada possiamo fare insieme?

francesca santarelli sant.francesca a gmail.com
Mer 28 Gen 2015 16:29:04 UTC


Ciao a tutti. Rinfocolo la mia email iniziale in cui proponevo una presa di
responsabilità reciproca e un coinvolgimento comune, con una riflessione
ulteriore sul senso di OSM Italia, sul suo ruolo.

Parto da una cosa noiosa eppure potenzialmente utile come la mia esperienza
di utilizzo e di socia (che per il 2015 non ha ancora rinnovato, ci sto
riflettendo).

Pur non partecipando granché alle discussioni OSM sul web e fuori (ieri ero
al Maptime Roma, una decina di persone massimo, mi sa che ero l'unica a non
aver mai mappato) sono una forte sostenitrice delle mappe libere, sia in
teoria che in pratica con la fatica che faccio per ovviare ai buchi
informativi di OSM su Open Culture Atlas.

Sono competente in comunicazione, di codice e tecnicismi per ora ho scelto
di non occuparmi (non per disinteresse ma perché per fare bene almeno
qualcosa bisogna escludere altro).

È da Osmit 2014 che cerco, con alterno impegno, un'occasione per imparare a
mappare bene. Per coerenza; perché non uso OSM solo per convenienza; perché
mi piacerebbe poterne diffondere l'uso.
Ma niente: non sono ancora riuscita a trovare un mapping party, mappathon o
simile a cui partecipare. Il wiki
<http://wiki.openstreetmap.org/wiki/WikiProject_Italy> dove dovrebbero
comparire è quasi sempre deserto, e seguire sempre la mailing list risulta
difficile. Di sicuro qualche altra pagina c'è, e volendo seguire 5-6 fonti
diverse forse l'informazione ti arriva: ma non si può chiedere questo
sforzo a chi già non è stracoinvolto.

La mia proposta un po' folle forse è lanciare insieme (wikipedia, osm, open
culture atlas, oppure solo le ultime due, più piccole, ma forse proprio per
questo sarebbe bene legarle) una proposta strutturata e pervasiva di
mappa/edithon a istituzioni, centri culturali, di tutta Italia: un'ora
intensiva di pratica in cui ci sia un rapporto di almeno 1:3 tra tutor e
allievi, o tutto diventa troppo top-down e poco utile. Ogni allievo del
primo evento può impegnarsi a fare da tutor nelle sessioni successive - che
so, una ogni 6 mesi per ogni località ospitante) in modo da progredire e
mantenere desta l'attenzione.

Io potrei fare la mia parte impegnandomi in un* piano di semplificazione
sia nella comunicazione comune sia nel metodo di insegnamento ai profani*.
Mi sono fatta l'idea, ascoltando e leggendo, che questa sia una debolezza
di OSM, non sapere ancora comunicare con chi non è già supernerd.

Ovviamente non si tratta di uno sforzo organizzativo e promozionale da
poco, e non so se qualcuno abbia interesse, tempo e competenze adeguate.
Risorse: ce ne sono? esiste qualche grant delle fondazioni Wiki/OSM?
Altrimenti fundraising a manetta, io sto già studiando la materia.

Per ora passo e chiudo, spero di leggere tanti riscontri, anche tirate di
capo se vi pare che io sia fuori strada rispetto ai vostri obiettivi. OSM è
un'occasione per smanettare e imparare eccezionale, ma vogliamo anche che
si affermi come reale alternativa?
Scusate se sono stata un po' arrogante forse, da neofita quale sono, ma in
queste cose o tutto o niente, e a volte chi ne sa meno ha un punto di vista
utile :) Magari voi avete idee diverse che posso sposare o mi potete
spiegare cosa già si sta facendo in questa stessa direzione che io non so.

Francesca

Il giorno 28 gennaio 2015 11:11, Pierfranco Minsenti <
pierfranco.minsenti a gmail.com> ha scritto:

> Grazie dell'informazione sulla data del 16.
>
> Pierfranco
>
> Il giorno 28 gennaio 2015 11:09, francesca santarelli <
> sant.francesca a gmail.com> ha scritto:
>
> Pierfranco, penso sia una battaglia comune con i wikimediani quella di
>> fare presente certe istanze alle istituzioni. Proprio sul tema del rapporto
>> tra istituzioni culturali ed etica il socio Marco Goldin dovrebbe fare un
>> intervento a Ca' Foscari il 16 febbraio, beato chi potrà esserci :)
>>
>> Francesca
>>
>> Il giorno 27 gennaio 2015 15:19, Pierfranco Minsenti <
>> pierfranco.minsenti a gmail.com> ha scritto:
>>
>> Oggi su Wired si parla di Open Culture Atlas, proposto come alternativa
>>> già pronta e più interessante rispetto a verybello.it (l'articolo è una
>>> recensione critica di verybello.it).
>>>
>>> «Dalle parti di chi quel progetto l’ha concepito, realizzato e promosso
>>> è normale che ci si pongano delle domande, il cui tono è quanto mai
>>> costruttivo: «In un paese con così poche – lamentate – risorse dedicabili
>>> alla cultura (che è “solo” quello sfaccettato insieme di comportamenti e
>>> azioni che tengono insieme la capacità individuale e collettiva di
>>> rinnovare il senso del nostro vivere), e con così intensa (suppletiva)
>>> attività dell’associazionismo e del volontariato culturale, sembra
>>> paradossale che a livello istituzionale non si cominci a fare l’unica cosa
>>> logica da fare: cercare e valorizzare l’esistente. Come avrebbe potuto
>>> essere, e ancora potrebbe, per il progetto no profit che andiamo costruendo
>>> e migliorando da mesi, Open Culture Atlas. »
>>>
>>> "#VeryBello, l’ennesima “storia italiana”", articolo di di Federico
>>> Chesi:
>>>
>>> http://www.wired.it/play/cultura/2015/01/27/verybello-lennesima-storia-italiana/
>>>
>>>
>>> Pierfranco Minsenti
>>>
>>>
>>>
>>> Il giorno 26 gennaio 2015 21:27, francesca santarelli <
>>> sant.francesca a gmail.com> ha scritto:
>>>
>>>> È un po' che voglio scrivere ai soci wikimediani e openstreetmappari in
>>>> merito a un progetto che è molto caro a me e ad altri due soci
>>>> dell'Associazione di promozione sociale Open Culture Atlas,
>>>> soci/simpatizzanti Wikimedia:
>>>> http://opencultureatlas.tropicodellibro.it/progetto/
>>>>
>>>> Dalla prima presentazione ufficiale di Atlas a Osmit 2014 sono stati
>>>> via via sempre più i momenti che ci hanno convinto della sensatezza di una
>>>> cooperazione tra le nostre associazioni. Tra questi:
>>>>
>>>> - il riconoscimento italiano della coppia Wikimedia-OpenStreetMap
>>>>
>>>> - La traduzione per mano di tre wikimediani delle tesi di Weinberger e
>>>> Searls; cje includono il principio per me di capitale importanza: «*Se
>>>> siamo per una Internet libera e collaborativa dobbiamo cooperare con
>>>> energia a rendere competitive le alternative affini ai nostri valori*»...
>>>> anzi no, questa è la mia versione, loro dicono, più all'americana:
>>>> «Sostieni le aziende che hanno davvero capito il Web. Le riconoscerai non
>>>> tanto perché ci assomigliano, ma perché sono dalla nostra parte». Noi
>>>> abbiamo scelto OSM nonostante non fosse la scelta più efficiente (lo era di
>>>> certo GoogleMaps in termini di costi di sviluppo che di gestione
>>>> redazionale), e vorremmo che tutti voi-noi facessimo lo stesso con Open
>>>> Culture Atlas. Vorremmo che lo adottassero tutti quelli che hanno a cuore
>>>> la sua missione.
>>>>
>>>> Sentiamo che il nostro lavoro è importante e ha una caratteristica che
>>>> lo rende unico: un orizzonte aperto davanti, non soggetto ai cambi di
>>>> governo o alla mancata redditività da startup.
>>>>
>>>> Open Culture Atlas ha però bisogno di tutto il sostegno possibile per
>>>> sviluppare appieno il suo potenziale. Ha bisogno di amici sinceri, più che
>>>> di investimenti o parentele.
>>>>
>>>> Senza prefigurare troppo, visto che ancora non conosco il vostro punto
>>>> di vista in merito, ci sono alcune cose che mi vengono in mente da cui si
>>>> potrebbe partire, in ordine di coinvolgimento:
>>>>
>>>> 1. usare Open Culture Atlas al posto (o comunque in prima istanza) di
>>>> Facebook/Eventbrite ecc.;
>>>> 2. creare un ciclo di mappathon/edithon in tutta Italia insieme, per
>>>> potenziare l'efficacia comunicativa di ciascuno dei tre progetti e
>>>> mischiare anche il tipo di pubblico;
>>>> 3. trovare un momento a Wikimania Esino Lario per cercare ufficialmente
>>>> alleati per l'internazionalizzazione di Open Culture Atlas;
>>>> 4. diventare soci sostenitori dell'associazione (anche come collettivo)
>>>> o chiedere l'ingresso come socio ordinario per partecipare delle decisioni
>>>> interne (prese con il metodo del consenso) e per coinvolgersi a livello
>>>> progettuale.
>>>>
>>>> Sono certa ci siano anche altre possibilità, per cui se avete voglia,
>>>> sono qui per rifletterci insieme.
>>>>
>>>> Ho scritto un po' troppo forse, grazie dell'attenzione:)
>>>>
>>>> Francesca Santarelli
>>>>
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