[Talk-it] Letture "Perché i dati geografici non possono essere “liberi”
Giuliano
italia1bpf a alice.it
Mar 12 Lug 2011 11:26:11 BST
Il 12/07/2011 11.06, Maurizio Napolitano ha scritto:
> Ieri sera non avevo tempo e cosi`questa mattina ho dedicato un oretta
> a "rispondere" all'articolo con la mia opinione
> http://de.straba.us/2011/07/12/in-risposta-a-renzo-carlucci-su-geodati-non-devono-essere-liberi/
>
>
> 2011/7/11 Maurizio Napolitano<napoogle at gmail.com>:
>> Mi hanno girato questo articolo
>> http://www.rivistageomedia.it/201107103458/Approfondimenti/perche-i-dati-geografici-non-possono-essere-liberi-se-vogliono-essere-onesti.html
>>
>> .... secondo me questo ha paura ...
>>
>
>
>
Ho letto quanto Maurizio ha scritto. Ovviamente lo condivido in toto.
Però non riesco a fare a meno di considerare, e dire pubblicamente, che
la posizione espressa dal signor (dottor) Carlucci sia soltanto una mera
difesa di una rendita di posizione.
Piacerebbe a tutti noi rimanere titolari in esclusiva di un patrimonio,
sia esso di conoscenza che economico, con la garanzia che nessuno possa
appropriarsene, neppure in condivisione.
Ciò garantisce il proseguimento della propria esistenza in modo sereno,
senza doversi sbattere per tenere il passo con gli altri per non venire
superati e resi inattuali.
E' una vulnerabilità votata al quieto vivere ed al rispetto di certe
convenzioni sociali positive, ma comprensibile, dal punto di vista umano.
Rimane l'esistenza del dato in quanto tale, importante al di la degli
egoismi. Un dato aperto è suscettibile di verifica continuativa ed ha
più probabilità di divenire affidabile, almeno nel tempo. Un dato non
disponibile può esserci, ma serve a molto poco, perchè non genera nulla
di nuovo, quindi è sterile.
Nessuno può negare l'effettiva esistenza del dato liberamente
disponibile, ed è questo l'unico dato utile. Il resto sono mezzucci,
mistificati da dignità professionale lesa, che denotano soltanto una
scarsa propensione a mettersi in discussione.
I1BPF-Giuliano
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