[Talk-it] Nomi delle strade e numeri civici

conttoni a virgilio.it conttoni a virgilio.it
Mar 17 Lug 2018 09:24:12 UTC


Gentilissimi,
sono il responsabile della numerazione civica di una cittadina di circa 45000 abitanti.
Vorrei precisare che il problema sembra banale ma non è così.
Premesso che non conosco bene la metodologia utilizzata da OSM, ma, ritengo che la relazione civico-edificio sia gestibile soltanto con una relazione molti-molti.
Io penso che non ci si debba meravigliare del fatto che in una stessa realtà urbana esistano metodologie di numerazione molto differenti tra loro. Le direttive ISTAT hanno affinato i criteri anno dopo anno proprio per far fronte a situazioni che con le indicazioni fornite  precedentemente non erano chiare e che nel frattempo sono state risolte sul campo dai comuni con modalità differenti tra loro a non sempre in linea con le indicazioni fornite successivamente.
Basti pensare alla circolare del gennaio 2015 che, contrariamente a quanto avveniva prima, dice finalmente che tutti gli accessi su strada debbono avere un numero e pertanto così anche le chiese e gli accessi che non conducono né a residenze né a sedi di attività economiche si trovano ad avere l'obbligo della numerazione. Questo fa si che chi gestisce la numerazione civica si trova a dover risolvere problemi come il  trovare un numero pari tra il 4 ed il 6. In questi casi, molto frequenti, ogni comune trova una sua soluzione, anche basata sul comportamento tenuto in passato in situazioni analoghe (4/b,c,d? oppure 4/bis,ter,quater? oppure 4/aa,ab, etc).
Le attuali direttive ISTAT vanno abbastanza bene e la loro attuazione sulle nuove numerazioni non crea problemi. Il problema nasce tuttavia nella numerazione già esistente prima dell'uscita delle direttive stesse che non può essere cambiata per non creare disservizi all'utenza (e qui rispondo a Federico Cortese con il quale ci siamo scambiati due impressioni in privato).
Si pensi ad un accesso su strada pubblica che conduce ad una stradina privata sulla quale si affacciano tre diversi edifici condominiali, alcuni con scala condominiale, ed altri con accesso diretto dalla corte esclusiva (situazione tutt'altro che rara). Se fosse una nuova numerazione il modo più corretto per gestirla sarebbe attribuire un numero esterno al nodo tra la strada pubblica e la stradina privata ed attribuire una numerazione interna a tutte le Unità Immobiliari (per l'ISTAT, unità ecografiche semplici)magari differenziandole per edificio.
Molto spesso, una situazione come questa, esistente da 50-60 anni, era gestita con diversi numeri civici, uno per ogni edificio, ma anche per ogni apertura pedonale sulla corte.
Se dovessimo uniformarla ai criteri attuali adeguandola alle direttive ISTAT vigenti dovremmo cambiare residenza a 20-50 famiglie e magari anche a 20 attività economiche.
Occorre ricordare che il cambio di residenza comporta:
-cambio dei documenti e dei ruoli tributari comunali;
-della registrazione dei veicoli al PRA;
-dei contratti delle utenze; 
-delle pratiche attive all'Agenzia delle Entrate (spesso gli incroci e le conseguenti contestazioni vengono fatte sul numero civico).
Per quanto riguarda le attività economiche è ancora peggio e fino a poco tempo fa per il cambio di indirizzo serviva anche il notaio.
Rispondendo a Federico, che dice di non vedere disagi per l'utenza nell'uniformare situazioni preesistenti alle linee guida ISTAT, gli chiedo di immaginare di trovarsi, egli stesso, in una situazione in cui il comune fa diventare il suo indirizzo (come da esempio precedente) da Via xxx, civico 26 (e magari interno 12) a Via xxx, civico 25, Edificio B, Scala C,Interno 42.
Purtroppo, in questi casi, l'utente che si trova ad affrontare tale situazione deve farlo da solo in quanto il Comune può provvedere ai documenti personali ed al PRA ma non può pensare ai gestori dei servizi perché non può sapere con quale società il singolo utente ha contratti attivi.
Ci sarebbero ancora tante altre cose da dire ma spero di aver dato un contributo a chiarire la Vostra sorpresa nel trovare sul posto situazioni difformi a quanto scritto nelle direttive ISTAT.
Ciao 
Tonino







> Il 16 luglio 2018 alle 12.10 Federico Cortese <cortesefed a gmail.com> ha scritto:
> 
> 
> On Mon, Jul 16, 2018 at 8:51 AM Simone Saviolo <simone.saviolo a gmail.com> wrote:
> >
> > So che in Italia ci sono diverse città che hanno schemi di numerazione civica particolari, ma il caso comune è un edificio = tanti civici. Nella cittadina in cui lavoro, quando mappo i civici mi viene il voltastomaco dopo venti metri: ogni dannato portone/garage/vetrina/porticina/cancello/vecchia porta murata ha un civico, e spesso vedo infilate di 76/e 76/d 76/c 76 76/b 76/a. Al 76/a c'è la panetteria, al76/b c'è il bar, il 76/c è un garage, al 76 c'è l'ingresso del condominio, e il d e l'e sono un elettrauto. Buona fortuna a mettere un civico sull'edificio :)
> >
> 
> Verissimo, è raro il caso di un edificio = un solo accesso; inoltre
> anche in quel caso il civico corrisponde all'accesso e non
> all'edificio.
> Spesso il civico è assegnato anche a vetrine chiuse che non consentono
> nessun accesso; in questi casi aggiungo anche un entrance=no, per
> maggior chiarezza; altrimenti il civico lo aggiungo sempre ad un
> entrance=yes/main o ad un barrier=gate.
> 
> Ciao,
> Federico
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