[Talk-it] Standardizzazione toponimi bilingui della Sardegna ed adattamento al modello altoadesino
Paolo Monegato
gato.selvadego a gmail.com
Mer 30 Ott 2013 21:10:49 UTC
Il 30/10/2013 17:18, Francesco Pelullo ha scritto:
> Nella fattispecie, non si tratta di "uniformare i toponimi bilingue
> sardi al modello altoaTesino". Il sardo non è una lingua, dal mio
> punto di vista è un dialetto e, per quanto sia singolare, ricco di
> tradizione, bellissimo etc, rimane quello che è: un DIALETTO che si
> parla in una piccola area geografica e che conosce solo chi risiede in
> quelle zone.
Sarebbe una lingua, e lo dice pure la legge (non mi dilungo perché già
altri hanno risposto in merito). Il fatto poi che la distinzione legale
lingua/dialetto sia fatta in modo alquanto strano è un altro discorso...
> La soluzione di "...quello che c'è nella segnaletica...", è buona, ma
> temo che queste faccende si prestino troppo a strumentalizzazioni
> partitiche, sopratutto nel periodo pre elettorale.
In verità se distinguiamo i cartelli puramente informativi ("turistici")
da quelli di indicazione non si correrebbe il rischio di
strumentalizzazioni partitiche (perché per legge c'è chi può averli,
quelli della 482/99, e chi non può).
> In Basilicata ed in Calabria ci sono paesi dove si parla l'albanese al
> posto dell'italiano (seconda lingua a scuola, segnaletica, atti
> ufficiali etc).
> Ora, se un mapper decidesse di usare il tag name=San Costantino
> Albanese/Shën Kostandini Arbëreshë a me starebbe bene, perché si
> tratterebbe di documentare un fatto acclarato: una vera e propria
> comunità straniera (albanese) presente in Italia.
Starebbe bene semplicemente perché l'albanese è tutelato come minoranza
linguistica dalla 482/99 (come il sardo, il catalano, il friulano etc).
Per quanto riguarda il discorso sulla comunità straniera bisognerebbe
vedere se loro si sentono tali o no. Per esempio in Val Resia i resiani
sono tutelati in quanto minoranza slovena, ma se gli dici che son
sloveno-italiani si incavolano perché sostengono di essere una comunità
a se stante distinta da quella slovena.
> Diverso sarebbe se qualcuno decidesse di mettere il tag
> name=Potenza/Putènze, io non sarei daccordo perché in questo caso non
> si tratterebbe di una comunità che ha adottato la lingua, la cultura e
> le tradizioni di altri Paesi, ma di una comunità che ha adottato una
> lingua LOCALE (il dialetto per definizione), una cultura LOCALE e una
> tradizione LOCALE che individuano in maniera più o meno univoca quella
> zona e basta.
????
Non è che hanno adottato lingua, cultura e tradizioni di un altro
paese... sono semplicemente le loro lingue, tradizioni, culture locali,
che per ragioni storiche sono imparentate con quelle di paesi esteri.
> Non è rappresentativo di qualcosa di "diverso" dal solito, perché il
> "solito" è il dialetto in ogni parte del mondo.
Il problema è cosa si intende per dialetto: se all'estero per dialetto
intendono una variante locale della lingua usata nel paese, qua viene
chiamato dialetto anche la parlata locale che magari s'è sviluppata
prima dell'italiano (o in parallelo con)...
Il 30/10/2013 19:32, Elena ``of Valhalla'' ha scritto:
> Il termine dialetto da un lato è usato in senso discriminatorio
> da chi è fautore dell'adozione dell'Italiano a scapito delle
> altre lingue parlate sul territorio, dall'altro oggettivamente
> dal fatto che molte di queste lingue non hanno una sola variante
> "ufficiale", ma tanti dialetti distinti: ad esempio nella zona che
> conosco meglio Milanese, Bosino, Laghee, Koiné ticinese, eccetera
> sono vari dialetti (questo sì) della lingua lombardo occidentale,
> distinta dall'italiano e mutualmente non intellegibile (almeno
> quanto sono distinti, ad esempio, italiano e spagnolo).
Già, ma poi non è neanche detto che serva uno standard... Il sardo per
esempio non ne ha ancora uno accettato da tutti: la LSC (fatta nel 2006
e tra l'altro è già il secondo tentativo di standard, il primo è del
2001) non piace molto ai campidanesi...
Il 30/10/2013 18:46, Davio ha scritto:
> Aggiungo, in quel link le lingue fino dal livello 0 al 4 sono quelle
> riconosciute istituzionalmente, il livello 5 sono lingue locali radicate,
> con una letteratura, ma ancora non standardizzata, dal livello 6 in poi sono
> lingue a rischio di estinzione o già estinte.
Mah, al livello 4 vedo il veneto, che non è riconosciuto... e al 5 il
friulano che è riconosciuto ed ha pure uno standard (per la gioia dei
friulani occidentali ed orientali...)
ciao
Paolo M
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